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Al giorno di oggi c’è molto ottimismo sull’impenetrabilità dell’attuale metodo di cifratura, l’RSA. Tuttavia la storia passata ci dice che tutte le scritture segrete ritenute inviolabili prima o poi hanno ceduto alla decifrazione: Vigenere, Enigma.
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Essendoci poche speranze di un deciso passo in avanti teorico, i decrittatori sono stati costretti a puntare su innovazioni di carattere tecnico, per trovare una tecnologia che esegua le operazioni in maniera più rapida, ovvero miliardi di volte più veloci di quelli attuali: i computer quantistici.
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L’idea di un computer quantistico si basa sul principio di sovrapposizione degli stati: un computer tradizionale riesce ad affrontare un problema alla volta in modo sequenziale, un calcolatore quantistico utilizzando la sovrapposizione degli stati potrebbe eseguire più processi simultaneamente.
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Se prendessimo una scatola e vi collocassimo 7 particelle (elettroni) delle quali prenderemmo in esame solo lo spin (qBit), che inizialmente è diretto verso ovest (=0) e le esponessimo a 7 deboli impulsi, tutte le particelle entrerebbero in una sovrapposizione di stati ovvero in 2^7=128 stati. Se si stabilisce una corrispondenza tra stati e cifre binarie (qBit), è possibile introdurre nel computer come dato di input 128 numeri alla volta.
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Il calcolatore quantistico sfida il buon senso, ma è già in fase di sperimentazione dal 1996, ma ancora è presto per dire se e quando verranno superati tutti i problemi relativi alla sua realizzazione su larga scala. Non è neppure un caso che i primi programmi realizzati siano stati quelli che i crittoanalisti avrebbero considerato prioritari, ovvero quelli mirati alla scomposizione di un numero in fattori primi.
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E’ comunque indubbio che la realizzazione di un computer quantistico metterebbe in ginocchio l’economia mondiale e la sicurezza globale. A meno che i crittografi non riescano a compiere un miracolo tecnologico che va nell’opposta direzione.
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